BRASCHI, DOPO SANREMO 2017 ARRIVA “TRASPARENTE”

Braschi

Dopo aver partecipato alla 67esima edizione del Festival di Sanremo per la categoria Nuove Proposte con il brano Nel mare ci sono i coccodrilli, il cantautore Braschi (che nel frattempo ha vinto il Premio Miglior Giovane di Sanremo 2017 assegnato dal Mei – Meeting delle Etichette Indipendenti) pubblica il suo secondo album, Trasparente (iMean Music & Management). Abbiamo scambiato con lui quattro chiacchiere per farci raccontare qualcosa in più.

Ci vuoi fare un bilancio della tua partecipazione a Sanremo 2017?

Bilancio positivo direi. Mi piacerebbe rimandare indietro l’orologio e ripartire domani mattina. invece l’orologio va avanti e cerco di stare al passo.

Come mai hai deciso di tentare questa carta per farti conoscere?

Perchè è il palco più grande a cui un cantante può aspirare in Italia e perché è un privilegio essere stato lì.

Quando hai iniziato a scrivere canzoni e qual è il tuo background musicale?

Ho iniziato alle scuole medie con la mia band: facevamo davvero schifo e alternavamo i Nirvana a pezzi scritti da me che sto cercando di dimenticare. Io vengo dal cantautorato, da De Andrè e De Gregori, da Dylan e Springsteen, dalla centralità delle parole, dalle canzoni che ti fanno essere un essere umano migliore e piano piano ti cambiano la vita.

Dal mare di Rimini a New York, città in cui hai girato il video di Nel mare ci sono i coccodrilli. Ci hai anche suonato a NY, cosa ti ha dato e cosa ti ispira questa città?

New York mi ha insegnato una cosa importante. A nessuno frega niente di chi sei e cosa hai fatto fino a ieri. Ogni giorno devi ripartire da capo da solo da un foglio bianco, senza dare per scontato o assodato o garantito niente. Ogni giorno è un altro giorno.

Come nasce invece il disco? Quanto ci hai lavorato?

Nasce da canzoni messe da parte negli ultimi due anni. Siamo stati in studio a più riprese nell’arco di questo ultimo anno e mezzo. E’ un disco imperfetto che mi rispecchia molto e spero sia un primo capitolo.

Che tipo di lavoro hai fatto a livello musicale con Jd Foster e come sei venuto in contatto con lui?

Jd è stato produttore di dischi molto importanti per me, come quelli dei Calexico o alcuni di Capossela. Ho cercato ad ogni costo di lavorare con lui, ci sono riuscito e siamo anche diventati molto amici.

…a proposito di Calexico, ci racconti questa collaborazione?

E’ nata appunto attraverso Jd Foster, loro produttore. E’stata un bel sogno realizzato perché li ascoltavo sull’autobus mentre andavo al liceo.

Quali sono i tuoi progetti futuri? E a questo punto: in Italia o all’estero visto che comunque sei già uscito dai nostri confini?

Tra poco annunceremo un instore tour che partirà dalle mie zone per parlare del disco e poi il tour vero e proprio che spero durerà fino a fine anno. Poi con il mio manager Roberto Mancinelli abbiamo l’idea di tradurre il disco in inglese e lavorarci anche negli Stati Uniti.

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