AnotherSound arriva dalle ceneri di MusiClash, un blog che ho curato su Blogosfere.it dal 2010 al 2012 (e in seguito chiuso).
Nasce – raccogliendo la sua eredità – con l’obiettivo di restituire alla musica peso e qualità, in un periodo in cui troppe commistioni rischiano di non offrirle lo spazio che merita.
E’ un magazine, un progetto di slow journalism portato avanti con passione, cura e dedizione.
Ci interessa raccontare la musica ad un livello più profondo.
Vogliamo spiegare e commentare gli argomenti del momento e dare opinioni, raccontare quello che sta succedendo nel mondo della musica, dalle notizie – rigorosamente selezionate – agli eventi, senza dimenticare la musica live da non perdere con report e racconti.
Vogliamo parlare con chi la musica la fa, interviste o conferenze stampa che siano, ma anche con chi ci lavora anche dietro le quinte.
Vogliamo segnalare realtà che altrove non riescono più a trovare spazio, nuovi suoni e nuovi artisti ma vogliamo anche incontrare chi ha una lunga carriera alle spalle.
Vogliamo tornare ai generi ‘di nicchia’ che oggi hanno pochissimi canali per raccontarsi.
Vogliamo suggerire tematiche curiose e stimolanti anche scritte da altri, perchè chi fa un bel lavoro deve essere segnalato.
Vogliamo approfondire, magari leggendo un libro, oppure parlare di interessanti contaminazioni tra musica e lifestyle, viaggi, fashion, design, televisione e cinema.
AnotherSound non vuole essere l’ennesimo progetto generalista (ce ne sono già tanti in giro), ma qualcosa che stimoli la curiosità e soddisfi la fame, vera, di chi di musica non ne ha mai abbastanza.
Le dinamiche sono un po’ quelle dei vecchi negozi di dischi – averne uno è sempre stato il mio sogno, peccato sia nata nel periodo storico sbagliato –, in cui il proprietario, e i suoi frequentatori, diventavano il tuo punto di riferimento.
Se in questa contingenza storica la qualità e le cose fatte come si deve, con dedizione e passione, non vengono premiate, allora noi proviamo a cambiare direzione e a seguire il nostro istinto.
Tanto, cosa abbiamo da perdere?
Arianna ‘Riot’ Ascione
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Il primo post di MusiClash, 10 dicembre 2010
“Parlare di musica è come ballare di architettura” diceva Frank Zappa.
E aveva dannatamente ragione. Non esistono termini per raccontare in tutte le sue diverse sfaccettature la passione che da anni ti attraversa l’anima e ti smuove fin dentro alle viscere dal tramonto all’alba – e viceversa – tutti i giorni della tua esistenza.
Questa amante insaziabile ti insegue, ti tenta, sa che non puoi resisterle e subdolamente innesta nel tuo cuore e nel tuo cervello una dipendenza totalizzante.
Come fai a spiegare perchè ti tuffi nelle profondità del web alla ricerca della next best thing ancora sconosciuta, o perchè dopo anni continui a spararti i chilometri di asfalto che ti separano da un palco di periferia trasudante sangue, follia e rock’n roll?
Su MusiClash non ci sono né regole né classificazioni: questo mio palco personale è aperto a chiunque abbia qualcosa di interessante da dire, a tutto quello che può sobillare la curiosità di chi arriva qui cercando una storia stimolante da ascoltare e raccontare a sua volta.
Keep ALWAYS your mind open. La musica è l’unica arma che può salvarti da tutto il resto.