I THE RUMJACKS TORNANO A TROVARCI: LE NUOVE DATE ITALIANE

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Dopo la pubblicazione di Sleepin’ Rough e un tour che li ha visti protagonisti sui palchi di tutta Europa i The Rumjacks tornano a trovarci. Il quartetto di Sydney  punk-celtic folk, nato nel 2008 da un’idea di Frankie McLaughlin e del bassista Johnny McKelvey, sarà in Italia per ben quattro date ovvero 30 novembre – Arsenale (Trento), 1 dicembre – Bloom (Mezzago), 2 dicembre – Traffic (Roma), 3 dicembre – Swamp (Massa).

La nostra musica è come una tempesta nel tuo cuore. Abbiamo consumato i dischi irish dei nostri parenti, arrivando col tempo a trovare il giusto mix tra la nostra indole punk e quelle sonorità! La nostra forza live credo sia quella di trovarci bene con qualsiasi band, arrivando ad ampliare la nostra fanbase show dopo show –Frankie McLaughlin (The Rumjacks)

In attesa di assistere dal vivo alle loro perfomance vi riproponiamo l’intervista che abbiamo fatto alla band lo scorso anno. Se ve l’eravate persa questo è il momento buono per recuperarla!

(pubblicazione originale 3 settembre 2016)

E’ da poco uscito il vostro nuovo album, Sleepin’ Rough: ci raccontate un po’ com’è andata in studio?

Questa volta ci siamo praticamente chiusi alcune settimane in studio e abbiamo registrato tutto in diretta in una grande stanza. Questa è la prima volta che registriamo in questo modo e penso che tu possa sentirlo nell’album. Bello e ruvido.

State avendo molto successo in Europa, un sacco di vostri concerti sono andati sold out. Cosa riesce a dare la vostra musica alla gente secondo voi?

Ottima domanda. Immagino che sia questo il bello della musica: ognuno ne ricaverà cose diverse. Durante un concerto ci si diverte ma si vive anche qualcosa di più profondo attraverso determinati testi, è questo che rende la musica così personale.

Il brano A Fistful O’ Roses parla di club che chiudono a Sidney: oggi essere un musicista sembra essere un’impresa

Essere un musicista è molto difficile in generale, non solo a Sydney. La cosa migliore che possiamo fare è continuare a fare tour, soprattutto all’estero. Mentre a Sydney stanno chiudendo molti club in Europa se ne stanno aprendo sempre di più.

Si parla spesso della necessità di ricostruire la scena, c’è una ricetta magica secondo voi?

Andate ai concerti! Scoprite nuova musica! Se vedete o sentite qualcosa che vi piace allora supportatelo. Comprate dischi, fate tutto quello che potete. Organizzate concerti se riuscite oppure promuoveteli. Ogni piccola cosa può essere di grande aiuto.

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