QUANDO LA LIS INCONTRA NOTRE DAME DE PARIS

Nel 2013 a Sanremo ho avuto la possibilità di fare la mia prima intervista tradotta in LIS con Daniele Silvestri, che quell’anno presentava il brano “A bocca chiusa” con, sul palco, la traduzione in lingua dei segni. Dopo quel momento – per me, di rivelazione – ho iniziato a interessarmi, e ho scoperto numerose altre realtà artistiche che usano la LIS, come Radio Kaos Italis a Roma, oppure il progetto Diversamente Zelig a Milano.

E poi c’è Laura Santarelli, presidente dell’Accademia Europea Sordi, che ha realizzato davvero qualcosa di speciale, ovvero una versione in LIS del musical dei record di Riccardo Cocciante “Notre Dame de Paris – Lis”. Un’impresa titanica sì – come leggerete – ma altrettanto spettacolare.

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Laura infatti mi ha raccontato:

Lo spettacolo nasce dopo che ho visto a teatro l’opera prima, l’originale con Giò di Tonno. Io sono figlia di sordi da quattro generazioni e ho avuto un percorso di formazione musicale. Con il Notre Dame è stato amore a prima vista: guardando l’opera ho capito che si poteva interpretare e tradurre. Il lavoro è durato nove anni, è iniziato nel 2001. Ho sezionato tutta l’opera, andando a cercare anche i segni più antichi, quelli usati dai miei nonni, affinchè ci fossero quelle licenze poetiche per valorizzare l’aspetto artistico della lingua dei segni. La LIS infatti è stata a lungo demonizzata, viene vista come una lingua povera perchè magari non avendo un suono evidenzia l’aspetto dell’handicap. Invece ha tutte le caratteristiche per essere considerata tale

Pasquale Panella, autore del libretto in italiano di Notre Dame de Paris, ha avuto modo di vedere questa versione inedita, e l’ha decisamente apprezzata:

La sua traduzione in italiano è risultata molto compatibile con la lingua dei segni. Ho formato poi i miei artisti, ho cercato di valorizzare ognuno di loro. Abbiamo dei personaggi quanto più vicini e simili all’opera prima. Vogliamo creare una tridimensionalità: noi proiettiamo su un monitor, come fossimo al cinema, il Notre Dame dell’Arena di Verona, e sul palco avviene la stessa cosa con gli artisti segnanti

Inevitabilmente quindi si fa un lavoro più profondo sul testo che arricchisce l’esperienza di chi ha visto soltanto il Notre Dame originale:

Sì, è più struggente. Vedere un’opera che viaggia su una modalità visivo-gestuale significa toccare tutte le corde. Nei nostri spettacoli ho visto una grande commozione in tutto il pubblico. Il mio obiettivo è quello di creare un teatro inclusivo, diverso da quello fatto da sordi per i sordi, è un mix perchè abbiamo la parte musicale che fa capire all’udente quello che succede mentre i sordi hanno tutta la traduzione dell’opera nella lingua dei segni e l’interpretazione artistica

Il prossimo appuntamento con “Notre Dame de Paris – Lis” sarà venerdì 27 maggio 2016, alle 20.30, presso l’Auditorium Legione Allievi Guardia di Finanza di Bari. Speriamo di cuore di riuscire a vederlo presto anche in altre parti d’Italia (anche se al momento non è facile purtroppo):

Questo è un tasto dolente: io ho ricevuto due medaglie al merito, però posso contare solo sulle mie forze. Ci sono molte difficoltà in termini di sponsorizzazione, mi aspettavo un po’ di più dalle istituzioni perchè è una campagna ottima di conoscenza e diffusione della cultura sorda e della diversità intesa come ricchezza. Ad ora non abbiamo avuto nessun aiuto, mi auguro che in futuro qualcuno si accorga di questo capolavoro

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