ST. MARKS IS DEAD

380576_10150877111126786_1570586568_n

Una volta loro, i ricchi, ti guardavano schifati. Te, la tua cresta colorata e il tuo giubbino di pelle nera coperto di borchie e spillette di gruppi ormai sciolti da decenni.

Qualche giorno dopo però qualcuno tra loro decide che la zona in cui vivi, hei, non è affatto male. Alla fine gli piace il tuo essere un po’ naïf ai suoi occhi, questi strani animali metropolitani in fin dei conti sono anche pittoreschi. E poi, wow, le case fetenti di questo quartiere non costano un cazzo.

E fu così che il primo ricco innamorato di riflesso dell’anima punk – perchè lui punk in prima persona non poteva essere, non sarebbe stato credibile – si trasferisce. Chiamando altri amici come lui, altri ricchi, che si insinuano e contaminano casa tua, e la trasformano in una ricercata mecca, alzando così tanto i prezzi degli affitti che gli abitanti originari oggi non se li possono più permettere. E che così sono costretti a emigrare: ultimo in ordine di tempo lo storico negozio di Saint Marks Place, a New York, Trash and Vaudeville.

Trash and Vaudeville è sempre stato lì, al civico 4, dal 1975. Da più di 40 anni potevi trovare solo tra queste quattro mura – e due piani – capi di abbigliamento introvabili altrove, tinte per capelli shock, scarpe folli dalla suola altissima. Avete presente i jeans skinny neri resi famosi da Joey Ramone? Arrivano proprio da questo negozio, che aveva stabilito casa in un quartiere in cui è sempre battuto forte quel malandato cuore punk tenuto insieme dalle spille da balia.

Fino a qualche giorno fa.

Perchè questo ritrovo di menti creative e disadattate dovrà presto cambiare sede.

Il negozio, sì, non chiude, si sposterà di qualche isolato (96 East Seventh Street, vicino alla First Avenue), ma non è questo il punto – qui se volete un interessante articolo del NY Times -.

“St. Marks is dead”, insomma, per dirla con le parole di Ada Calhoun autrice del libro omonimo, anche se in realtà agonizzava da anni, soffocato dalle inarrestabili logiche di mercato. Le stesse che nel 2006 hanno chiuso il tendone del CBGB per sempre, le stesse che hanno trasformato Camden Town a Londra in un parco giochi per turisti, le stesse che hanno scacciato gli artisti dal Tacheles a Berlino, le stesse che hanno guidato la demolizione del Rolling Stone da noi.

E’ stata la gentrificazione, insaziabile e avida, a portarci via il nostro mondo pezzo dopo pezzo. Un (salatissimo) prezzo per conservare l’integrità.

Foto | Pagina Fb Trash and Vaudeville

Vuoi condividere questo post?Share on facebook
Facebook
0
Share on google
Google
Share on twitter
Twitter
Share on linkedin
Linkedin
0