DI SPUTI, DITI MEDI E DI QUANDO GLI ARTISTI SI ARRABBIANO
Piccoli ganassa crescono: questo proprio non ce lo aspettavamo dai The Kolors, no no. Una reazione tipo Keith Flint dei Prodigy (di cui ricordo un bellissimo sputo sulla telecamera a non mi ricordo quale festival estivo, ma era appunto Keith Flint) per un problema tecnico che non è dato sapere, ancora – non andava la spia? Chitarra scordata? Ciuffo che cascava negli occhi? -. O almeno, questa è la versione ufficiale del fattaccio, ripreso e diffuso in mondovisione da Paolo Ruffini (!).
A proposito di ciò che è successo questa sera sul palco degli Mtv Awards, purtroppo avete conosciuto un lato di me di cui non sono fiero e del quale mi scuso. E’ chiaro che il mio gesto non era affatto rivolto al pubblico o agli spettatori ma, a volte, quando il lavoro per il quale ti dedichi interamente viene colpito, la rabbia e la delusione che ne derivano sono così forti che ti portano ad avere una reazione di pari portata. Sono molto dispiaciuto per tutti coloro che si sono sentiti offesi dal mio comportamento.
Ha detto il frontman della formazione che doveva essere premiata con un MTV History Award. HISTORY. Non è una battuta, il premio era veramente quello. Sì insomma, uno “scusate, mi sono girate le balle” (parafrasi mia) che mette a posto tutto e possiamo tornare a suonare ad Assisi ai concerti di beneficenza. Ma no Stash, assumiti la responsabilità delle tue azioni, non devi chiedere scusa, se vuoi essere rocchenroll (per un attimo ci avevo quasi sperato) devi esserlo fino in fondo.
E meno male che il tutto è riconducibile, sempre secondo la versione ufficiale della storia, ad un problema tecnico. Non so perchè ma, a proposito mancanza di rispetto del lavoro altrui, mi sono tornati in mente un paio di episodi di estrema maleducazione da parte di alcuni artisti. Che ci siamo coltivati proprio noi (giornalisti) tra l’altro, lodandoli e incensandoli talmente tanto che non sono più abituati a ricevere critiche. Ultimo in ordine di tempo il dito medio di Laura Pausini a San Siro, presentato così:
Inizio subito con una polemica a quello stronzo che ha scritto che stasera non c’era nessuno. E a quelli che c’erano ieri sera, era tutto sold out! Io voglio tirarmela per due ore e me la tiro stanotte
Laura Pausini recentemente ha avuto un merito: quello di rendere pubblica la sua personalissima divisione dei giornalisti in due caste, termine usato non a caso, e non in senso metaforico. Se dopo la conferenza stampa di Inedito (2011) (la cantante, dopo essere entrata nella sala, si era fiondata direttamente ad uno specifico tavolo per salutare personalmente solo alcuni giornalisti e quasi ignorando il resto della stanza) pensavo che fosse giornalisti-che-contano vs giornalisti-che-no, adesso è chiaro che la differenza stia in chi la critica e chi no. E allora a questo punto affrontiamoci a suon di numeri come chiedeva Franco Zanetti su Rockol (qui i numeri per la cronaca, ma non è questo il punto). Ciliegina sulla torta era stato l’affaire Miami, che come ogni cosa ha fatto rumore sul momento e poi è stato rapidamente dimenticato anche se ha creato un imbarazzante, per la categoria, precedente.
Poco prima c’era stata Elisa, che aveva attaccato duramente il giornalista Paolo Madeddu, diventato rapidamente il bersaglio dei fanchepiùfannonsipuò, reo di aver tirato in ballo in un suo pezzo la nonna di Elisa con questa innocentissima frase
Ma casi simili in cui artisti hanno aizzato i loro ascoltatori (anche persone maggiorenni, vaccinate e con famiglia, mica solo i bimbiminkia) contro i colpevoli-di-critica ce ne sono a iosa, soprattutto adesso, quando basta un solo tweet per scatenare il linciaggio mediatico di CHI HA OSATO. E il punto, di cui hanno parlato ai tempi anche altri colleghi come Nur Al Habash su Rockit, è proprio che basta un cenno del/della capobranco per far partire acritiche difese d’ufficio manco avessimo 13 anni.
Per tornare allo sputo di Stash, i nuovi artisti si comportano esattamente come chi ha più esperienza di loro. Di che ci stupiamo quindi?