“THE OLD SCHOOL”, UNA CHIACCHIERATA CON GLI EXTREMA

extrema

Dopo ben 30 anni di attività gli Extrema, storica formazione thrash metal nostrana, hanno deciso di mettersi in gioco, provando a risuonare e raccogliere in un ep – The Old School EP appunto (Punishment18 Records) – alcuni brani scritti originariamente nel 1987 e mai pubblicati, insieme ad una riedizione di canzoni storiche (Child Abuse e M.A.S.S.A.C.R.O, entrambe finite su Rehearsal del 1989, Tribal Scream da Promo Tape del 1990 e Carcasses).

Sembra facile…abbiamo chiesto direttamente a loro com’è andata.

Dopo il Tour Europeo del 2013 Paolo Crimi nostro batterista per quasi una decade ha deciso di abbandonare la band, è stato prontamente rimpiazzato da Francesco ‘Frullo’ La Rosa. Per presentarlo ai nostri fan ho proposto (parla Tommy ndr.) di registrare i pezzi che erano rimasti accantonati in passato, pezzi che abbiamo suonato per anni ma che per diversi motivi non hanno mai trovato spazio in un nostro disco ufficiale, era l’occasione più adatta. Ad un certo punto si era anche pensato di aggiungere dei pezzi nuovi e di farne un album vero e proprio, ma in un certo senso avrebbe snaturato il senso di questo EP. Il titolo è strettamente legato a queste canzoni, tutte scritte nel periodo ’86-’87. Riascoltando questo EP ci si rende conto come queste canzoni non suonino poi così datate, anzi, non so perché ma suonano freschissime a differenza di molte cose che ascolto oggi.

Com’è stato risuonare pezzi scritti quasi 30 anni fa

Riprendere in mano questi pezzi accantonati è stato fantastico, suonati tantissimo in passato oggi rientrano a pieno diritto nella nostra scaletta dal vivo. I fan hanno apprezzato tantissimo questa cosa. Come ho già detto prima, non so perché ma queste songs hanno una freschezza inattesa, le reazioni della stampa e del pubblico sono veramente esaltanti.

Come siete cambiati, se vi sentite cambiati, in tutti questi anni, e il vostro pubblico come è cambiato?

Siamo certamente cambiati come musicisti e come Uomini, la cosa che sicuramente non è cambiata, anzi si è rafforzata ulteriormente è la passione e l’amore per la musica che suoniamo. Anche il nostro pubblico è cambiato: oggi ai nostri concerti puoi vedere alcuni fan che ci seguono da anni accompagnati dai loro figli, fan a loro volta. Sicuramente è meno trasversale rispetto ad una volta.

Nell’ep c’è anche una cover di Ace of Spades, cosa hanno rappresentato per voi i Motorhead e Lemmy (che ci manca già un sacco)?

La storia dietro a questo pezzo è particolare, i motivi che ci hanno spinto a mettere questa cover dei Motorhead dal vivo sono diversi. Quando stavamo pianificando l’uscita di questo EP, la casa discografica ci chiese se avevamo altri pezzi da mettere dentro per rendere l’uscita più corposa, per i motivi che ho spiegato prima abbiamo immediatamente bocciato l’idea di mettere delle songs nuove, quindi abbiamo pensato di mettere qualche canzone dal vivo, ma sempre per il motivo legato al titolo non volevamo mettere niente che non risalisse a quel periodo. Life è stata una scelta pressoché obbligata invece l’idea di includere Ace of Spades è stata quella di mettere una song della band che più di altre è stata una influenza nei primi momenti. Poi proprio perché quest’anno sono mancati Lemmy e Philty e poi sopratutto perché il nostro fonico storico Luigi Galmozzi, che ci ha seguito per anni e che proprio in tour coi Motorhead ci ha regalato delle serate memorabili, è mancato qualche giorno dopo Lemmy. Inutile dire che questa canzone da almeno dieci anni chiude i nostri Show.

A parte i programmi live, che immagino abbiate già, avete progetti per un nuovo disco?

Stiamo programmando un tour, dopo l’estate ri-inizieremo a macinare chilometri e palchi. Abbiamo quattro pezzi pronti a livello di demo, ci stiamo lavorando, e non vediamo l’ora di rientrare in studio.

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