NIENTE PIU’ ROCK PER I GIOVANI MASCHI ARRABBIATI (BONO E LA MUSICA “VERY GIRLY”)

Bono, frontman degli U2 e primo uomo ad aver ricevuto il Glamour Women of the Year Award, in un’intervista a Rolling Stone (qui la potete leggere integralmente), interrogato in merito ad una rivoluzione rock’n’roll dietro l’angolo, ha descritto l’attuale scena musicale come “very girly”.

Ma girly in che senso? 

Nel senso che ci sono molte donne in classifica – come suggerisce questo pezzo del Telegraph – oppure, come indica l’Evening Standard, se guardiamo tutto quello che viene dopo (l’accenno alla rabbia che sarebbe venuta a mancare nella musica fatta eccezione per l’hip-hop fatto da giovani maschi arrabbiati cit.), il termine girly viene usato da Bono in senso negativo, anche se ci sono dei lati positivi (ah beh grazie)?

L’accezione di quell’aggettivo insomma non è molto definita perché chi ha realizzato l’intervista non ha fatto ulteriori domande in merito, ma una cosa è certa: il 2017 è un anno in cui abbiamo abbondantemente discusso di sessismo, maschilismo, di stereotipi da combattere che ingabbiano maschi e femmine, di emozioni e di necessità di esprimerle anche con le lacrime perché non c’è niente di male (ne abbiamo parlato specialmente dopo il suicidio di Chris Cornell e Chester Bennington) e, nonostante questo, eccoci qui, ancora punto e a capo.

Quell’aggettivo, girly, sembra infatti proprio essere stato usato in senso dispregiativo, qualsiasi sia l’interpretazione:

1- Se la musica è diventata più femminile, nel senso che ci sono molte donne, Bono intende che queste ultime stanno come ‘rubando’ il posto ai giovani maschi arrabbiati? Che così avrebbero spazio solo nell’hip-hop, and that’s not good?

2- Se solo nell’hip-hop i giovani maschi arrabbiati hanno spazio – perché il rock non possiede più la rabbia di un tempo – l’essere femminile per la musica è una caratteristica negativa? Essere femminile=senza rabbia? In tal caso ci chiediamo: perché l’essere femminile ha ancora un senso negativo in tantissimi contesti?

Probabilmente quella di Bono è una gaffe inconsapevole – perché alcuni modi di dire e di pensare sono ancora profondamente radicati dentro di noi a livello culturale – ma ci mostra perfettamente quanto lavoro ci sia ancora da fare su questi argomenti. Per cui vorrei mostrargli questo video realizzato dall’agenzia Leo Burnett per Procter & Gamble nel 2014 in cui si prova a dare una risposta alla domanda cardine che ho segnalato poco fa ovvero “When did the phrase ‘like a girl’ become so negative?” (trad. “Quando l’espressione ‘come una ragazza’ ha assunto un senso negativo?”). Qualunque fossero le sue intenzioni utilizzando quel termine, rinfrescare la memoria non fa mai male.

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